Quante volte ci siamo trovati a pensare che se potessimo raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissi, allora sì che staremmo bene e non proveremmo tutto il disagio che stiamo provando ora? Questo eccessivo focus su certi traguardi ci porta a proiettare nel futuro ogni speranza di serenità e benessere.
In questo episodio affronto il perché siamo così proiettati nel futuro, quali conseguenze ha su di noi questa resistenza a restare nel momento presente, e come possiamo scegliere di restare nel qui ed ora e trovare quella contentezza che tutti cerchiamo.
In questo articolo parlerò di quella voce che quasi tutti abbiamo nella testa e che, più o meno costantemente, ci corregge, ci critica e ci rimprovera. Può andare dall’essere un’occasionale presenza un po’ fastidiosa, a diventare una figura assillante che condiziona la nostra vita in ogni contesto di essa.
Una meditazione ad hoc per tutti coloro che stanno dando tutti se stessi per il nostro bene. È l'opportunità per loro di prendersi 10 minuti e decomprimere, lasciare andare la fatica della giornata il più possibile
Radicandoci e portando l'energia verso il basso abbiamo l'opportunità di ristabilire un contatto con il nostro corpo e con la Terra. Questo ci aiuta a sentirci più stabili, più tranquilli e più al sicuro.
Tutti abbiamo paura. La paura è parte inevitabile dell’essere umani ed è impensabile non averne. È però possibile non farsi governare da essa. Quando abbiamo paura, il primo passo è avere il coraggio di sentirla, di scegliere di guardare negli occhi quella creatura dalla quale ci siamo sempre fatti paralizzare. Ma non dobbiamo farlo per forza da soli! Anzi, è più facile ed efficace se scegliamo di prendere per mano qualcuno che abbia il coraggio di lasciarci la nostra paura senza volerla cambiare, che ci stia vicino e ci aiuti a sentirla senza che essa prenda il controllo della nostra vita. Soprattutto, che ci aiuti a rimanere in contatto con il nostro cuore nonostante tutto ciò che si sta muovendo dentro di noi.
Paola è appena uscita da una riunione in ufficio e torna a sedersi alla sua scrivania. Si accorge che è nervosa, non riesce a stare ferma e prova un forte senso di ansia, ma non se ne spiega il perché. Forse è la giornata, forse è stata la riunione, ma non importa. Di fatto è nervosa e c'è la sua collega che sta ricevendo parecchi messaggi sul telefonino e le continue notifiche le stanno dando sui nervi.
Cosa fare dunque di questa potente e scomoda emozione quando inizia a farsi sentire? Ci sono tre importanti passaggi che possiamo seguire perché non crei eccessivo disagio e soprattutto non danneggi nessuno:
Nell'immaginario collettivo, quando qualcuno è arrabbiato, è meglio stargli alla larga poiché avvicinarsi a loro ci mette a rischio di aggressione. Quando siamo noi a provare rabbia, poi, che la vittima sia qualcun altro o siamo noi stessi, poco cambia: ci deve essere qualcuno su cui scaricarla. Questa sembra essere la norma: in qualche modo qualcuno deve pagarne le conseguenze. E dunque, poiché si tratta di un'emozione così "scomoda" a livello sociale, la rabbia viene trattata un po' da tutti come un ospite non gradito.