Le Deròr Flambé
Partiamo da una premessa che mi auguro sia condivisa: nessuno di noi due è medico e ci basiamo unicamente su ciò che dicono altri per trarre le nostre conclusioni. Entrambi vogliamo trovare qual è la via più sicura ed efficace per affrontare questo virus. Concordiamo? Bene, continuiamo.
Questo articolo che mi hai linkato è interessante e cita diversi studi. Nelle conclusioni, due frasi in particolari trovo significative. La prima è questa:
“Queste raccomandazioni terapeutiche si basano su tre pilastri: intervenire immediatamente (con anti-infiammatori) all'esordio dei sintomi a domicilio; iniziare la terapia il più presto possibile dopo che il paziente è stato contattato dal medico di famiglia (senza attendere i risultati di un tampone nasofaringeo); affidarsi ai FANS, in particolare agli inibitori della COX-2 relativamente selettivi (tabella 2).”
Sin dall’inizio della pandemia, migliaia di medici in tutto il mondo appartenenti a varie organizzazioni hanno iniziato le cure domiciliari usando anti-infiammatori e altri farmaci, sottolineando l’importanza di intervenire prima possibile, onde evitare che l’infiammazione peggiorasse e arrivasse ai polmoni. A detta loro (ma poiché non avevano nulla da vendere, visto che erano volontari, non so perché avrebbero dovuto mentire) solo in Italia hanno curato migliaia di persone domiciliarmente senza nemmeno un decesso.
Questi medici praticavano la loro professione usando i farmaci che stavano funzionando sulla base di confronti con i colleghi in giro per il mondo. Questa cosa non la sbandieravano sui social, sia perché la loro priorità era quella di salvare vite (non di aver ragione sullo scienziato da tastiera di turno), sia perché sarebbe stato un po’ come auto-denunciarsi, visto che c’era il divieto da parte del ministero della salute.
Queste “terapie domiciliari che spopolavano in partenza con l'uso di farmaci completamente inutili” immagino tu non le abbia appurate parlando con questi medici irl. Immagino piuttosto che fossero un misto di articoli di Paragone, post di facebook e altro clickbait in giro per la rete. Perché se questi medici avessero usato farmaci “criminali”, non pensi ci sarebbero state brutte conseguenze e qualcuno di loro sarebbe stato denunciato? Quante news di famiglie di pazienti che denunciavano il proprio medico per “cure domiciliari criminali” hai letto? Invece quante news di politici, celebrity da talk show che denunciavano questi medici hai letto?
A me questo dà da pensare. Questi medici, che hanno continuato a prescrivere aspirina e ibuprofene alla prima comparsa di sintomi ai propri pazienti, pur venendo chiamati criminali, venendo ridicolizzati dai vari eroi da tastiera/salotto televisivo ed essendo minacciati di essere radiati dall’ordine, oggi scopriamo che forse un po’ di ragione ce l’avevano. L’hanno fatto perché, per esperienza, sapevano essere efficace.
Le “ATTUALI” (tutto maiuscolo), come dici tu, sono attuali fino a un certo punto, perché non solo questi medici le usano da due anni, ma ti ricordo che al Niguarda, nel marzo 2020, quando sono stato ricoverato io, mi hanno curato con i farmaci e non con il vaccino. Tra l’altro, l’hanno fatto somministrandomi due di quei farmaci “criminali” di cui parli tu e di cui parlavano pure quei post di facebook all’epoca (Idrossiclorochina e Azitromicina).
Quindi mi sa che la differenza è tra medici da tastiera e medici in prima linea. I medici che cercavano delle cure erano dappertutto, sia in ospedale che domiciliarmente, che se ne fregavano delle direttive di Tachipirina e vigile attesa, e applicavano i protocolli che la comunità scientifica (non quella politica) stava testando con successo in giro per il mondo.
E qui veniamo alla seconda frase interessante presente nelle conclusioni di questo studio:
“Alcune raccomandazioni suggeriscono il paracetamolo come terapia sicura per la gestione precoce del dolore e della febbre nei soggetti affetti da COVID-19. Tuttavia, bisogna considerare che (oltre a essere un farmaco antinfiammatorio trascurabile), a dosi relativamente basse il paracetamolo riduce le concentrazioni plasmatiche e tissutali di glutatione, il che potrebbe esacerbare (aggravare) il COVID-19.”
Due studi del 2020, citati in questo articolo del Lancet parlano del paracetamolo (Tachipirina) come un possibile “cavallo di troia” che potrebbe essere il responsabile per tutte quelle morti:
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33336769/
https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fphar.2020.579944/full
E qua veniamo al concetto di ‘atto criminale’. È più criminale un medico che cerca di salvare più vite possibile facendo ciò che sente giusto (giuramento di Ippocrate), rischiando la radiazione, usando le proprie competenze mediche per fare ciò che crede essere meglio per il paziente; oppure è più criminale uno stato che insiste sulla Tachipirina + vigile attesa (combo che permetteva all’infiammazione di peggiorare, arrivando ai polmoni, aggravando e costringendo i pazienti all’ospedalizzazione), che questi medici manco li consulta per chiedergli cosa stanno facendo e con quali risultati, ma che preferisce criminalizzarli e togliergli la possibilità di esercitare la professione?
Infine, da nessuna parte, in questo articolo, si legge che il trattamento con anti-infiammatori è valido per la omicron, ma non avrebbe funzionato con la alpha, tant’è che molti studi citati nell’articolo del Lancet risalgono al 2020 e 2021. Quindi “sembrano confermate con persone che hanno sintomi lievi o moderati (per i casi gravi no)” mica tanto.
Il “famoso post che voi pubblicate del 2020” è un articolo di Repubblica nel quale il presidente della società italiana di medicina generale diceva che gli anti-infiammatori erano “totalmente inefficaci” e “potenzialmente pericolosi”. E non sta rispondendo alle “cagate che sparavano nel 2020 sulle terapie domiciliari”, non parla delle terapie domiciliari, ma parla specificamente degli anti-infiammatori. Dunque forse la “cagata” l’ha sparata lui. Metto “cagata” tra virgolette perché essendo un organo istituzionale, nel momento in cui sei un medico e divulghi a livello nazionale che un farmaco è inefficace/pericoloso, quando invece aiuta 9 persone su 10 a non finire in ospedale, non stai soltanto dicendo una “cagata”, ma stai potenzialmente facendo dei danni enormi.
Su questo tema specifico, al di là di ciò che posso aver letto, la mia esperienza diretta è limitata al ricovero ospedaliero e all’aver parlato con due medici che in questi due anni hanno effettuato cure domiciliari curando decine di pazienti. Non è un bacino sufficientemente vasto per fare una statistica accurata, ma avere avuto a che fare con persone in carne ed ossa che mi raccontavano la loro esperienza mi ha aiutato a sentire e capire cose che solo lette online non erano sufficienti a farmi un’idea chiara. Una notizia letta online è difficile capire quanto sia veritiera. Parlare con un essere umano ti aiuta molto di più a sentire se quello che sta dicendo è una balla o meno. Da qui, poi, ognuno comunque trae le proprie conclusioni. Tu hai tratto le tue, io le mie. 😉